Il nome del rifugio può portare alla mente una figura regale, ma la sua storia è invece legata ad una pastorella.
La bambina viveva con suo padre all'alpeggio del Prà de Bard; non conosceva le ricchezze di corte, ma possedeva il brillare delle stelle e la luce argentea della luna capace di trasformare il ghiaccio in cosa preziosa.
Le giornate trascorrevano tra il gioco e la fatica del lavoro di montagna, ma i ritmi dell'alpeggio vennero interrotti da un malore che colpì la piccola: un forte mal di pancia la costrinse a letto e la condusse in breve tempo alla morte.
Tutto si velò: le vette persero la loro limpidezza, la rugiada sui prati non rilasciava più la luce mattutina. In realtà nulla cambiò nella vallata, erano gli occhi del pastore ad essere offuscati dalle lacrime. Lasciò l'alpeggio, ma prima di partire intitolò la piccola baracca, che lo aveva ospitato e riparato durante le tormente, non ad una regina, ma alla principessa del suo cuore.
Ad Elena, la sua bambina.